Come trasferire gli elementi ambientali nella Comunicazione finanziaria?
Il Gruppo Telecom Italia ha svolto un ruolo di avanguardia nell’introdurre in Italia il “bilancio di sostenibilità”, un bilancio socio-ambientale concepito come strumento integrato di valutazione e di comunicazione delle strategie e delle prestazioni gestionali d’impresa nell’ottica dello sviluppo sostenibile.
Siamo partiti nel 1997, e, oramai pienamente consapevoli del fatto che il valore aggiunto delle attività sociali ed ambientali è valore d’impresa, quest’anno abbiamo ulteriormente migliorato sia il processo di rendicontazione che quello di programmazione e controllo distribuendo il bilancio di sostenibilità contestualmente al bilancio d’esercizio. E’ questo un passaggio importante in prospettiva della “triple bottom line” (bilancio completo che integra quello civile, sociale ed ambientale) che risulta essere l’obiettivo finale a cui tendere per poter conoscere il volto vero di un’azienda, migliorarne il governo e comunicarla in modo semplice, chiaro e trasparente.
Il bilancio di sostenibilità, però, non è per noi una semplice fotografia della situazione a consuntivo, tale quindi da non poter incidere sulle cause che hanno portato ai risultati descritti, rappresenta invece uno strumento gestionale prezioso, sia per i rapporti interni e le strategie di sviluppo, sia per introdurre nel dibattito con gli stakeholder esterni ( clienti, fornitori, concorrenti, Stato, generazioni future e Comunità) che interni (dipendenti ed azionisti) il tema della compatibilità tra la crescita competitiva e la tutela ambientale.
Siamo sempre più convinti del fatto che l’impegno di pubblicare regolarmente un bilancio sociale efficace rifletta l’impegno del management nel farsi carico di questi temi ed è perciò riconosciuto come un arricchimento per l’impresa stessa.
In che modo gli analisti che coprono il vostro titolo tengono conto dei fondamentali ambientali?
Gli analisti che seguono i titoli del Gruppo sono da sempre molto attenti alle strategie e ai risultati conseguiti in tema di rispetto e difesa dell’ambiente.
Infatti le telecomunicazioni svolgono un ruolo di particolare importanza nella realizzazione di uno sviluppo ecologicamente compatibile.
Da un lato, infatti, la missione aziendale delle imprese del settore è lo sviluppo dei beni e servizi che consentono la comunicazione e lo scambio di informazioni con modalità alternative a quelle del trasporto fisico e che quindi, offrono un grande contributo oggettivo alla conservazione delle risorse naturali.
Dall’altro, pur non essendo un settore ad elevato impatto ambientale, le telecomunicazioni, in virtù delle loro dimensioni economiche e dell’entità dei loro investimenti, presentano una grande capacità di acquisto di materie prime, beni e servizi con rilevanti impatti sulla tutela degli ecosistemi in cui operano.
E’ per questo che già dal 1996 abbiamo sottoscritto la “Carta Ambientale” insieme con altri 20 gestori di telecomunicazioni aderenti all’ETNO (European Telecommunications Network Operators’ Association) attraverso la quale le diverse aziende si sono impegnate ad avviare specifiche azioni orientate al rispetto dell’ambiente e del territorio.
Ancor più apprezzata dal mercato è stata poi la nostra recente scelta di aderire ai nove principi del Global Compact proposto dal Segretario Generale dell’ONU Kofi Annan, che riguardano la protezione dei diritti umani, gli standard di lavoro e la tutela dell’ambiente.
Eco-efficienza e mercato mobiliare. Posto che l’ambiente incide sul valore dell’impresa, quali sono i riflessi sull’andamento dei titoli in Borsa?
Negli ultimi tempi si sta diffondendo sempre più l’importante mercato dei “Fondi Etici”, mercato, in grande crescita, che raccoglie nel mondo fondi di medio-lungo termine da associazioni e fondazioni religiose e laiche, a servizio della collettività che prendono in considerazione soltanto i titoli di settori, paesi e società che corrispondono a precisi requisiti di eticità, quali il rispetto dell’ambiente, della salute e dei diritti umani.
Fino a qualche anno fa la finanza etica era prevalentemente un mercato di “nicchia” del mercato finanziario, che attraeva capitali alquanto limitati. Oggi la sfida dell’etica è stata raccolta dalle istituzioni finanziarie più autorevoli al punto che possiamo paragonarlo ad un circuito virtuoso che non solo produce ricchezza e valore ma anche crea significativi sistemi di relazione, promuove inclusione sociale e rispetta l’ambiente e l’uomo.
In Italia i tredici fondi etici coprono una quota ancora bassa dei risparmi degli italiani (circa l’1%), ma il fenomeno è in forte crescita; basti pensare che negli USA quasi il 13% del risparmio è assorbito da prodotti che si ispirano a principi etici.
Inoltre bisogna considerare che in questa difficile fase dei mercati, i fondi etici hanno tenuto meglio di quelli azionari in quanto privilegiando società con buoni “fondamentali” di business in un’ottica di medio-lungo periodo – non del tipo “mordi e fuggi”, puramente speculativo – hanno risentono meno della volatilità del mercato.
Telecom Italia ha oltre il 2% del proprio capitale azionario in mano a fondi “socialmente responsabili” e tale quota è destinata ad incrementarsi vista l’attenzione che il nuovo management ha verso le tematiche socio-ambientali.
In che modo l’attività di informazione ai mercati ed agli investitori può e deve trattare le questioni ambientali?
Oramai il tema della sostenibilità socio-ambientale non riguarda soltanto le singole società ma l’intero sistema Paese, ne è riprova il fatto che l’agenzia Europea d’Investimenti abbia recentemente voluto stilare una graduatoria dei Paesi OCSE in base ai principi della finanza etica. L’Italia si è ottimamente posizionata al secondo posto con tripla “E meno” al pari dei più importanti paesi europei.
Ne deriva che oramai è in atto una vera e propria rivoluzione culturale in cui la validità ed il successo delle aziende nell’attrarre nuovi azionisti non risiede nella sola capacità di produrre utili ma nella sempre più crescente attenzione da parte sia degli investitori istituzionali che, più in generale, di tutti gli stakeholders a conoscere strategie di sviluppo e risultati conseguiti per il perseguimento di uno sviluppo sostenibile soprattutto per le generazioni future.
In quest’ottica il nostro bilancio di sostenibilità è un ottimo strumento di comunicazione finanziaria in quanto oltre a riclassificare i dati economici con un l’occhio attento alla rendicontazione sociale, riporta una serie di indicatori di performance ambientale su quattro macro temi ambientali quali la gestione dei rifiuti, il consumo di risorse naturali ed energia, la qualità dell’aria ed i cambiamenti climatici, le emissioni elettromagnetiche.
Tali indicatori confluiranno, già a partire dal prossimo anno, in un Sistema di Gestione Ambientale (SGA) integrato che sarà in grado di gestire in modo ancor più razionale tutti gli impatti ambientali della nostra azienda.
IR TOP ha parlato con Leonardo Caputo, Resp.le Benchmarking e Mercati Finanziari all’interno della Funzione Investor Relations del Gruppo Telecom Italia.