1) L’importanza dell’ICT per il mondo delle piccole medie imprese italiane secondo l’osservatorio del Politecnico di Milano

Sono oramai numerose le ricerche che cercano di studiare la diffusione delle tecnologie Internet nelle PMI italiane: tutte concordano nell’osservare un trend positivo, almeno a livello degli indicatori più macro (quali, ad esempio, la diffusione dei collegamenti a Internet, dei siti Web, ecc.). In verità un’analisi più puntuale e critica della realtà, finalizzata a comprendere il reale impatto sui processi delle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT), mostra una situazione più complessa. Proprio con l’obiettivo di comprendere queste sfaccettature e criticità si è mosso l’Osservatorio sulle PMI del Politecnico di Milano, finalizzato a comprendere l’impatto che le ICT – e in particolare quelle basate su Internet – stanno avendo sui comportamenti e sulle prestazioni delle PMI italiane.
L’Osservatorio, che conduce le ricerche sulla base dell’articolazione in distretti industriali del tessuto economico-produttivo italiano, ha recentemente concluso una prima indagine su alcuni distretti.
Alcuni punti particolarmente rilevanti, comuni a tutte le realtà investigate.

La “sensibilità” verso le tematiche dell’eBusiness è ancora in media molto bassa: la stragrande maggioranza delle imprese ha dichiarato di non sentire alcuna pressione esterna (da parte di clienti, fornitori, competitori, ecc.) verso un maggiore utilizzo delle tecnologie Internet e circa la metà si aspetta un impatto nullo o al più marginale di queste tecnologie anche in futuro.

 Le applicazioni che iniziano ad avere una buona diffusione sono quelle più semplici, come il sito istituzionale (circa 50%) e l’email (circa 30%). Sono invece ancora poche le applicazioni Web a maggiore valore aggiunto, rivolte ai dipendenti (portale Intranet) o ai partner di filiera (eProcurement, eDistribution, eSupply Chain Collaboration, ecc.) e – cosa particolarmente sorprendente – ancor meno quelle pianificate in futuro.

La situazione è abbastanza critica, dal momento che è indubbio che la competitività di lungo temine – nei prossimi 10 anni – di molte PMI italiane e, addirittura, di intere aree sistema dipenderà anche da come saranno in grado di far leva sulle nuove tecnologie ICT per migliorare i processi sia interni, interaziendali, che – ancor più rilevanti – “esterni”, interaziendali (lungo la filiera).
 
Non mancano tuttavia alcuni casi estremamente positivi, sia a livello di singole imprese, che hanno già attivato applicazioni finalizzate a supportare quei processi maggiormente critici per la filiera (con un impatto significativo sulle prestazioni di efficienza e di efficacia), sia a livello di Associazioni ed Istituzioni che, consapevoli della strategicità delle innovazioni ICT, stanno svolgendo localmente un ruolo chiave per accelerare il processo di adozione, sia attraverso iniziative culturali e formative che attraverso concreti progetti trasversali.

2) Come gli operatori del mondo ICT si stanno muovendo per soddisfare i bisogni delle PMI?

In questo contesto, un ruolo chiave lo possono giocare proprio i fornitori di tecnologie e servizi ICT: ma occorrono modelli di business ed organizzativi innovativi, in grado di adeguarsi alla realtà delle PMI, di risolvere a 360 gradi i loro problemi, di guidarle “per mano” in scelte che  spesso non sono capite appieno. In particolare, al di là della vendita di tecnologia, diventano fondamentali le attività di formazione e di supporto professionale.

Gli operatori del mondo ICT, quindi, possono svolgere un importante ruolo nel contribuire – insieme agli altri attori in gioco, Associazioni di categoria, Istituzioni locali, Università, ecc. – ad accrescere, a livello culturale ancor prima che commerciale, la sensibilità delle PMI sulle nuove tecnologie e sul loro ruolo strategico. Occorre, in molti, un radicale cambiamento nel modo di vedere l’ICT: non solo come costo ma come investimento strategico, non come hardware e software ma come leva competitiva.

Andrea Rangone, Dipartimento di Ingegneria Gestionale del Politecnico di Milano

Fonte: Algol Stakeholder Newsletter, n. 2, luglio 2003