Jonix: dimostrata l’efficacia battericida tecnologia NTP nei confronti di microorganismi MDR
JONIX annuncia un importante passo avanti nella lotta all’antimicrobico resistenza (AMR): il Dipartimento di Medicina Molecolare dell’Università degli Studi di Padova, diretto dal prof. Andrea Crisanti, ha sottoposto la tecnologia NTP presente nel dispositivo Jonix CUBE a test di laboratorio, dimostrandone l’efficacia battericida nei confronti di diversi microorganismi MultiDrug Resistant (MDR).
Antonio Cecchi, Amministratore Delegato di JONIX, commenta: “La sperimentazione condotta presso l’Università di Padova amplia la portata della Jonix NTP Technology, confermandola come tecnologia in grado di aprire prospettive importanti nelle “strategie mirate a ridurre il rischio di trasmissione delle infezioni in ambito assistenziale o in altri contesti collettiviâ€. Il settore della sanità, quello veterinario e quello di altri sistemi collettivi potrà trovare nei dispositivi JONIX un valido alleato nella importante lotta nel contrasto dell’Antibiotico Resistenza. Solo in Italia si contano 1.000 ospedali, 9.000 ambulatori, 10.000 strutture residenziali, 1.100 centri di riabilitazione e altre 5.600 strutture, dalla salute mentale ai consultori, per un totale di 26.700 strutture.â€
La resistenza agli antimicrobici è il fenomeno per il quale un microrganismo risulta resistente all’attività di un farmaco antimicrobico, originariamente efficace per il trattamento di infezioni da esso causate. Il fenomeno può riguardare tutti i tipi di farmaci antimicrobici: antibatterici (detti anche antibiotici), antifungini, antivirali, antiparassitari. Secondo l’OMS, l’AMR rappresenta, oggi, una delle maggiori minacce per la salute pubblica a causa dell’impatto epidemiologico ed economico del fenomeno.
L’impatto epidemiologico è legato all’incremento della morbosità e della mortalità che si associa alle infezioni causate da batteri antibiotico-resistenti. La più recente ed esaustiva analisi effettuata per conto del Governo Britannico ha calcolato che gli effetti dell’AMR causano circa 50.000 decessi ogni anno solo in Europa e negli Stati Uniti, cui si aggiungono centinaia di migliaia di morti in altre aree del mondo. Nella stessa analisi è stato anche stimato che, in assenza di interventi efficaci, il numero di infezioni complicate da AMR potrebbe aumentare notevolmente arrivando, nel 2050, a provocare la morte di 10 milioni di persone l’anno.
L’impatto epidemiologico dell’AMR ha conseguenze dirette sul piano economico, legate alla perdita di vite e di giornate lavorative e ad un maggiore utilizzo di risorse sanitarie per il prolungamento delle degenze, al maggiore utilizzo di procedure diagnostiche e di antibiotici spesso più costosi, quando disponibili. Nel Rapporto O’Neill è stato stimato che, entro il 2050, l’AMR potrebbe portare, nei Paesi dell’OCSE, ad una perdita economica cumulativa compresa tra i 20 e i 35 miliardi di dollari. Le considerazioni precedenti si applicano non solo al contesto umano, ma anche a quello veterinario, dove gli antibiotici sono ampiamente utilizzati e l’impatto dell’AMR è parimenti importante.
Nel campo dell’AMR la ricerca ha diversi ambiti di interesse: sviluppo di nuove tecnologie, quali test diagnostici rapidi, nuove terapie antibiotiche, nuovi vaccini; comprensione della epidemiologia delle resistenze (le modalità con le quali emergono, si selezionano e si diffondono i microrganismi antibioticoresistenti e/o i pattern di AMR); individuazione di strategie efficaci a promuovere l’uso responsabile di antibiotici in tutti gli ambiti (sanità umana e veterinaria, agricoltura); individuazione di strategie mirate a ridurre il rischio di trasmissione delle infezioni in ambito assistenziale o in altri contesti collettivi.
I risultati ottenuti mostrano che il dispositivo Jonix CUBE è efficace nei confronti di diversi microrganismi MultiDrug Resistant, in particolare: è efficace a partire dalle 12 ore, determinando una riduzione della carica batterica totale, sia per il ceppo di E. coli ATCC 10536 (R>5) che per il ceppo di K. pneumoniae KPC (R>5); per i ceppi di A. baumannii OXA-23 e P. aeruginosa OXA-48 la riduzione della carica batterica non è sufficiente a dimostrare l’efficacia del dispositivo dopo 12 ore (rispettivamente R=3,1 e R=4,1) e 14 ore (rispettivamente R=4,1 e R=4,8) di esposizione, tuttavia dopo 16 ore di esposizione per entrambi i microrganismi la riduzione della carica batterica è totale dimostrando l’efficacia del dispositivo, con R>5.